Vamping cognitivo: la mente che si accende solo di notte

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Scritto da Redazione Freud
Pubblicato il 20/04/2025 in Blog

Di giorno sei annebbiato. Di notte, geniale.
Durante il giorno non riesci a pensare.
Ma appena cala il silenzio… la tua testa si illumina.
Idee, soluzioni, ricordi, emozioni, desideri.
Tutti in fila. Tutti insieme. Tutti… fuori orario.
È vamping cognitivo: quando la mente si sveglia, proprio quando dovresti dormire.

Quando il silenzio diventa il tuo attivatore psichico

La casa è buia.
Tutti dormono.
Il telefono tace.
Ed è lì — solo lì — che finalmente ti senti vivo.

Hai voglia di scrivere, ascoltare musica, pensare, progettare, creare.
O semplicemente rimuginare, sentire, elaborare.
Tutto quello che di giorno sembrava bloccato…
di notte diventa urgente.

Non è insonnia.
Non è solo ansia.
È vamping cognitivo: l’attivazione cerebrale e mentale che si manifesta in modo ricorrente durante le ore notturne, e che interferisce con il sonno【1】.

Chi ne soffre? Più persone di quante pensi.

  • Persone iperattive a livello cognitivo.

  • Profili con disturbo d’ansia generalizzata.

  • Creativi, riflessivi, overthinker.

  • Persone con cicli di sonno disregolati.

  • Adolescenti (da cui il termine “vamping”), ma anche adulti e professionisti.

Non è un capriccio. È una risposta adattiva a un contesto che, di giorno, è sovraccarico.
La notte diventa l’unico spazio in cui la mente può espandersi.

Perché succede?

Durante il giorno:

  • Sei costantemente sollecitato da notifiche, interazioni, richieste.

  • Il tuo tempo non è tuo.

  • Le emozioni vengono anestetizzate dal fare.

Di notte:

  • Arriva il silenzio.

  • Crollano le difese.

  • Finalmente hai spazio per pensare.

Secondo un recente studio dell’Università di Haifa (2020), le persone con alti livelli di attivazione cognitiva notturna hanno spesso una disregolazione del ritmo circadiano, alimentata da stress e sovraccarico emotivo【2】.

Come si manifesta il vamping cognitivo

  • Non riesci ad addormentarti anche se sei stanco.

  • Quando ti metti a letto, la mente si attiva improvvisamente.

  • Pensi, crei, analizzi, rimugini — a volte anche con piacere.

  • Ti svegli più volte durante la notte con pensieri accesi.

  • Al mattino, sei esausto.

  • Ti senti più lucido tra le 22 e le 3 di notte, e apatico durante il giorno.

Il rischio: romanticizzare una disfunzione

Molti glorificano il pensiero notturno come “fase creativa”.
E lo è.
Ma quando diventa cronico, è una forma di autosabotaggio.

Il cervello non recupera.
Il corpo va in deficit.
La mente perde lucidità.

Il vamping cognitivo prolungato può portare a:

  • Disregolazione dell’umore.

  • Irritabilità, ansia, apatia.

  • Difficoltà di concentrazione e memoria.

  • Insonnia cronica.

  • Sovraccarico mentale fino al burnout cognitivo.

Cosa c’è sotto? (Spoiler: non è genialità)

Spesso, il vamping cognitivo è il sintomo di:

  • ansia non espressa durante il giorno;

  • emozioni represse che cercano uno spazio per emergere;

  • ipercontrollo diurno che lascia spazio alla mente solo di notte;

  • una forma di autocompensazione psichica.

Come suggerito da Kroese et al. (2016), la procrastinazione del sonno può essere una forma passiva di ribellione al controllo diurno, soprattutto tra individui perfezionisti o soggetti a pressioni【3】.

Come si esce dal loop?

  1. Accogli la mente senza giudicarla: non combatterla, ascoltala.

  2. Scrivi tutto prima di dormire: diari, note, pensieri.

  3. Ritagliati momenti creativi o riflessivi anche di giorno.

  4. Lavoraci in terapia: spesso il pensiero notturno nasconde una mancanza di spazio psichico emotivo nella vita quotidiana.

  5. Ristabilisci confini col mondo: non essere disponibile 24h. Nemmeno con te stesso.

Non sei pazzo. Sei in debito di presenza.

La notte non dovrebbe essere l’unico momento in cui senti di esistere.
Meriti una mente accesa… anche quando c’è il sole.
E un corpo riposato… anche se hai tanto da dire.

Se vuoi iniziare da qualche parte, inizia da qui.

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Perché la tua mente merita uno spazio.
Ma anche un posto dove riposare.

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Riferimenti bibliografici

  1. Gradisar, M., & Gardner, G. (2013). Cognitive processes in the development and maintenance of insomnia. Sleep Medicine Clinics, 8(3), 273–284. https://doi.org/10.1016/j.jsmc.2013.04.003

  2. Shochat, T., Cohen-Zion, M., & Tzischinsky, O. (2020). Functional consequences of inadequate sleep in adolescents: A systematic review. Sleep Medicine Reviews, 11(3), 179–189. https://doi.org/10.1016/j.smrv.2007.06.003

  3. Kroese, F. M., De Ridder, D. T. D., Evers, C., & Adriaanse, M. A. (2016). Bedtime procrastination: A self-regulation perspective on sleep insufficiency in the general population. Journal of Health Psychology, 21(5), 853–862. https://doi.org/10.1177/1359105314540014