Quando il piacere diventa obbligo: la trappola della cocaina


C’è una polvere bianca che da decenni attraversa i confini, si insinua nei locali, si mescola alle serate “che devono durare di più” e alle vite “che devono sentire di più”.
Una sostanza che spesso viene sminuita, glamourizzata, fraintesa.
Ma dietro ogni tiro, c’è una promessa fatta al cervello. E il conto, prima o poi, arriva.
Conosciamola (davvero)
La cocaina è una sostanza psicostimolante derivata dalle foglie di Erythroxylum coca, pianta originaria del Sud America. Attraverso processi chimici tutt'altro che naturali, viene trasformata in cloridrato di cocaina: polvere bianca, impatto potente, prezzo altissimo.
Una volta nel corpo, “accende” il sistema nervoso centrale, spingendo il rilascio di dopamina — il neurotrasmettitore del piacere.
Risultato? Un’ondata di euforia, potere, invincibilità. Almeno all’inizio.
Gli effetti desiderati:
- Aumento dell’attenzione e dell’autostima
- Euforia e senso di benessere
- Maggiore desiderio sessuale
- Fame e sonno annullati
Quelli che arrivano dopo:
- Tachicardia, insonnia, ansia
- Irritabilità, depressione
- Allucinazioni, paranoia
Il corpo si abitua. Il cervello vuole di più. E il piacere diventa un'ossessione. Una prigione con le pareti trasparenti: da fuori non si vede, ma da dentro si sente tutto.
I numeri che non vogliamo guardare
La cocaina è la seconda sostanza illegale più usata in Europa dopo la cannabis.
Nella fascia 15-34 anni, oltre 2,2 milioni di persone ne hanno fatto uso nell’ultimo anno.
In Italia, circa 1 persona su 14 ha provato cocaina almeno una volta nella vita.
Più di 13.000 persone sono attualmente in trattamento.
Chi consuma spesso si nasconde. Ma la cocaina non è un vizio. È un meccanismo. Un cortocircuito tra ciò che si sente e ciò che si può sopportare.
Quando è dipendenza (anche se non lo ammetti)
La linea tra uso ricreativo e dipendenza è molto più sottile di quanto si pensi.
Ci sono segnali precisi — e no, non servono anni di consumo per arrivarci:
- Si consuma più spesso di quanto si vorrebbe
- Il desiderio è ingestibile, anche a distanza di giorni
- L’astinenza porta irritabilità, sbalzi d’umore, inquietudine
- Si tenta di smettere… ma senza riuscirci
- Il pensiero della cocaina occupa sempre più spazio, rubandolo a tutto il resto
Non è solo una questione di forza di volontà. È una dipendenza. E si cura.
Uscirne: serve metodo, relazione e un motivo vero
Il trattamento della dipendenza da cocaina ha fatto passi enormi. E no, la forza di volontà non basta.
Servono strumenti clinici, esperienza terapeutica e un lavoro quotidiano su pensieri, emozioni e comportamenti.
L’approccio che ha dimostrato maggiore efficacia è quello cognitivo-comportamentale (CBT). Non è un’opinione: è supportato da decine di studi controllati e metanalisi.
Una revisione sistematica pubblicata su Addiction ha evidenziato che la CBT è uno degli interventi più efficaci nel ridurre l’uso di cocaina e nel prevenire le ricadute, sia a breve che a lungo termine¹.
Un'altra metanalisi Cochrane del 2020 ha confermato che le persone in trattamento CBT mostrano una maggiore probabilità di raggiungere e mantenere l’astinenza, rispetto a chi non riceve alcuna forma di supporto psicologico².
E l'effetto è robusto anche in presenza di altre dipendenze o disturbi psichici associati³.
Cosa succede in terapia?
Si lavora su tre fronti principali:
- Gestione del craving (il desiderio compulsivo): si utilizzano tecniche per riconoscerlo, anticiparlo e disinnescarlo. Uno strumento semplice ma potente è il diario del desiderio: scrivere ogni volta che la spinta ad assumere si attiva, annotando pensieri, emozioni, contesto.
- Prevenzione delle ricadute: si costruiscono strategie per affrontare situazioni ad alto rischio (feste, solitudine, stress emotivo), sviluppando nuove risposte comportamentali.
- Ricostruzione del senso di sé: perché smettere di usare cocaina non basta. Bisogna anche riempire il vuoto che lasciava. La CBT lavora su motivazione, identità e capacità di autoregolazione.
La relazione terapeutica è il terreno dove tutto questo prende forma.
Niente giudizio, niente colpevolizzazione. Solo consapevolezza, metodo, tempo.
Quando necessario, la psicoterapia può essere integrata con supporto farmacologico, specialmente nei casi di comorbidità (ansia, depressione, disturbi del sonno).
E per quadri più complessi o socialmente compromessi, è spesso utile coinvolgere i servizi pubblici o creare una rete di supporto territoriale.
Ma una cosa è certa: la cocaina si può lasciare andare. Non da un giorno all’altro, ma un passo alla volta.
Con metodo. Con strumenti. E con qualcuno accanto.
La verità? La cocaina non ti rende più forte. Ti fa solo sentire meno debole. Ma ti spegne, un pezzo alla volta.
Se stai leggendo questo articolo e ti è venuto un dubbio, è già un inizio.
La domanda non è "quanto ne usi", ma quanto ti sta usando lei.
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Riferimenti bibliografici
- Dutra, L., Stathopoulou, G., Basden, S. L., Leyro, T. M., Powers, M. B., & Otto, M. W. (2008). A meta-analytic review of psychosocial interventions for substance use disorders. American Journal of Psychiatry, 165(2), 179–187. https://doi.org/10.1176/appi.ajp.2007.06111851
- De Crescenzo, F., Ciabattini, M., D’Alo, G. L., De Giorgi, R., Del Giovane, C., Cassar, C., & Ostuzzi, G. (2018). Comparative efficacy and acceptability of psychosocial interventions for individuals with cocaine and/or amphetamine addiction: A systematic review and network meta-analysis. PLoS Medicine, 15(12), e1002715. https://doi.org/10.1371/journal.pmed.1002715
- Farronato, N. S., Durand, H., Krzystanek, M., & Garay, R. P. (2020). Effectiveness of cognitive-behavioral therapy for the treatment of cocaine dependence: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Journal of Substance Abuse Treatment, 118, 108087. https://doi.org/10.1016/j.jsat.2020.108087

Psicologo e psicoterapeuta specializzato in Gestalt Therapy, integra nel suo lavoro approcci immaginativi, tecniche corporee e l’ottica cognitivo-comportamentale per trasformare ricordi e schemi disfunzionali nel qui e ora. Esperto nell’interpretazione dei sogni, considera l’inconscio una risorsa fondamentale nel percorso di consapevolezza e cambiamento. Ha maturato esperienza in ambito clinico e sociale, lavorando con dipendenze, traumi e disturbi dell’umore. Si occupa di adulti e famiglie, con particolare attenzione all’autostima, all’ansia e alle dipendenze.