Ghosting patologico: evitare il conflitto fino a svanire


Non hai detto che finiva.
Hai solo smesso di esserci.
Hai lasciato in sospeso, nel silenzio, nel dubbio.
Non per cattiveria.
Ma perché non sapevi come restare.
E nemmeno come andartene davvero.
Ghosting: la sparizione senza spiegazioni
Il ghosting è diventato una parola familiare nell’era digitale.
Descrive quel comportamento in cui una persona interrompe ogni comunicazione improvvisamente, senza dare spiegazioni, motivazioni o chiusure.
Ma quando questa dinamica si ripete nel tempo, in più relazioni, con più persone…
non è più una scivolata relazionale.
È un pattern.
Un copione.
Una difesa psichica.
E prende il nome di ghosting patologico.
Ghosting patologico: non una scelta, ma una fuga
Chi sparisce non lo fa sempre per superficialità.
Spesso lo fa per sopravvivenza emotiva.
Chi mette in atto ghosting patologico può:
-
Avere uno stile di attaccamento evitante o disorganizzato.
-
Temere profondamente il confronto, la vulnerabilità, il giudizio.
-
Percepire la relazione come una minaccia al proprio senso di libertà o controllo.
-
Non aver appreso modelli sani di separazione o conflitto.
In molti casi, il ghosting patologico è una risposta appresa a situazioni di trauma relazionale precoce (Wallin, 2007)【1】.
Come si manifesta
-
Inizio di relazioni intense, veloci, coinvolgenti… seguite da silenzi improvvisi.
-
Difficoltà a chiudere una relazione apertamente: si preferisce “far svanire” il legame.
-
Evitamento di spiegazioni o conversazioni emotivamente intense.
-
Sensazione di panico o congelamento emotivo quando si avvicina l’intimità.
-
Tendenza a bloccare, ignorare, scomparire piuttosto che esprimere disagio.
La sparizione non è sempre pianificata.
Spesso è impulsiva, automatica, inconsapevole.
Ma devastante per chi la subisce.
Il paradosso: chi ghosta spesso soffre più di quanto mostra
Chi mette in atto ghosting patologico non è immune al dolore.
Spesso, dopo la fuga, vive:
-
Senso di colpa.
-
Vergogna.
-
Rabbia contro di sé.
-
Confusione emotiva.
-
Difficoltà a reinserirsi in relazioni sane.
Ma preferisce il silenzio al rischio di esporsi.
Perché il silenzio non ferisce nell’immediato.
Anestetizza.
Salva dalla vulnerabilità.
Ma poi… isola.
La cultura digitale amplifica il problema
Viviamo in un sistema in cui:
-
Le relazioni sono rapide e intercambiabili.
-
La comunicazione è disumanizzata.
-
Il conflitto è visto come “dramma” da evitare.
Le app di dating e i social normalizzano la sparizione: basta smettere di scrivere, cliccare “non seguire più”, bloccare.
E tutto sparisce.
Come se non fosse mai esistito.
Ma le relazioni non sono notifiche.
Sono legami.
E lasciarli senza parole non li cancella. Li congela.
Cosa succede a chi subisce ghosting patologico?
-
Confusione e senso di colpa: “Cosa ho fatto di sbagliato?”
-
Difficoltà a fidarsi di nuovo.
-
Ansia relazionale.
-
Rimuginio ossessivo sul “perché”.
-
Crisi di autostima.
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Social and Personal Relationships (Freedman et al., 2019), il ghosting produce una risposta emotiva paragonabile al lutto ambiguo: la persona sparisce, ma non c’è una chiusura【2】.
Chi fugge ha bisogno di imparare a restare. Anche nel disagio.
Uscire dal ghosting patologico non significa diventare improvvisamente empatici o disponibili.
Significa acquisire strumenti relazionali nuovi.
Serve un percorso che:
-
Aiuti a riconoscere le emozioni che attivano la fuga.
-
Lavori sul trauma relazionale alla base dell’evitamento.
-
Insegni a stare nella conversazione difficile senza sentirsi in pericolo.
Non si tratta solo di imparare a dire “non voglio più vederti”.
Si tratta di legittimare la propria voce.
Anche se trema.
Anche se dispiace.
Anche se rompe qualcosa.
La chiusura è un atto di responsabilità affettiva
Scomparire è facile.
Spiegare è faticoso.
Ma solo la spiegazione chiude.
Il silenzio… lascia aperta una ferita.
Imparare a dire:
-
“Non me la sento più.”
-
“Sento che siamo in fasi diverse.”
-
“Mi sto ritirando perché ho paura.”
È rivoluzionario.
E profondamente terapeutico.
Se vuoi iniziare da qualche parte, inizia da qui.
Su Freud puoi trovare lo psicoterapeuta giusto per te, in modo semplice e sicuro.
Compila il questionario: è il primo passo per imparare a restare. Anche nel conflitto. Anche in te.
Perché sparire può salvarti una volta.
Ma alla lunga… ti toglie la possibilità di essere visto per davvero.
Riferimenti bibliografici
-
Wallin, D. J. (2007). Attachment in Psychotherapy. Guilford Press.
-
Freedman, G., Powell, D. N., Le, B., & Williams, K. D. (2019). Ghosting and destiny: Implicit theories of relationships predict beliefs about ghosting. Journal of Social and Personal Relationships, 36(12), 3379–3399. https://doi.org/10.1177/0265407519885174