Doomscrolling compulsivo: l’ansia come dipendenza quotidiana

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Scritto da Redazione Freud
Pubblicato il 20/04/2025 in Blog

Leggi. Scrolli. Assorbi. Ti spaventi. Ma non smetti.
Ogni notizia ti svuota, ma resti lì.
Speri che smetta di fare male.
E intanto ti fai male da solo.
È doomscrolling: quando cercare risposte diventa un modo per nutrire l’ansia.
E vivere… un effetto collaterale.

Non è informazione. È auto-intossicazione emotiva.

Apri il telefono.
Leggi un aggiornamento su un disastro.
Poi un’altra notizia negativa.
Poi un thread apocalittico.
E poi… ancora.
Come se smettere di leggere fosse più spaventoso che continuare.

Il doomscrolling è l’atto compulsivo di consumare notizie negative in modo ripetitivo, spesso per ore, anche se queste alimentano ansia, impotenza o disperazione【1】.

Non è semplice curiosità.
È una forma di coping disfunzionale, in cui l’illusione di controllo si sostituisce al reale benessere.

Perché lo facciamo?

Perché cerchiamo rassicurazione nel caos.
Speriamo che la prossima notizia dia un senso.
Che ci tranquillizzi. Che chiuda il cerchio.

Ma non succede.
E quindi restiamo in loop.
Perché la mente preferisce sapere il peggio piuttosto che non sapere nulla.

Secondo Starcevic et al. (2021), il doomscrolling è alimentato da meccanismi psicologici simili a quelli della dipendenza: ricerca compulsiva, rinforzo intermittente, difficoltà a interrompere nonostante le conseguenze negative【2】.

I segnali del doomscrolling compulsivo

  • Apri il telefono appena ti svegli per leggere notizie.

  • Scrolli ossessivamente feed, siti o canali informativi, anche durante la notte.

  • Le notizie negative ti attivano, ma non riesci a smettere di leggerle.

  • Ti senti sempre in allerta, ma “vuoto”.

  • Provi senso di colpa se ti disconnetti: “devo sapere cosa succede”.

  • Vivi una realtà interiore catastrofica, anche se intorno a te tutto è stabile.

Il corpo lo sa prima di te

Il doomscrolling cronico può produrre effetti molto concreti:

  • Iperattivazione del sistema nervoso simpatico.

  • Insonnia, tachicardia, ipervigilanza.

  • Ansia generalizzata.

  • Riduzione della capacità di concentrazione.

  • Astenia, stanchezza mentale, “nebbia cognitiva”.

Secondo un recente studio dell’American Psychological Association (2022), l’eccesso di esposizione a notizie negative è correlato a un aumento significativo di sintomi ansiosi, depressivi e somatici【3】.

Non è curiosità. È bisogno di anestesia.

Per molte persone, il doomscrolling è un sostituto di:

  • Controllo su una realtà percepita come instabile.

  • Connessione con qualcosa (seppur negativo).

  • Gestione del vuoto interiore.

È come grattarsi una ferita sperando che smetta di far male.
Ma più gratti, più sanguina.

La trappola: “se smetto di sapere, succederà qualcosa”

Chi soffre di doomscrolling cronico sviluppa convinzioni irrazionali ma potenti:

  • “Devo essere informato per proteggermi.”

  • “Se smetto, mi succederà qualcosa.”

  • “Sapere mi dà potere.”

Ma la verità è che saperlo prima non lo rende più controllabile.
Solo più pervasivo.
Più ingombrante.
Più dentro di te.

Uscirne si può (ma serve allenamento)

  1. Interrompi il loop con micro-pause consapevoli: metti un timer, stacca anche solo 2 minuti.

  2. Riduci le fonti: scegli 1 o 2 canali affidabili e limitati a quelli.

  3. Cura l’ora zero: non iniziare e finire la giornata con il telefono.

  4. Torna al corpo: cammina, respira, fai qualcosa di manuale.

  5. Chiedi aiuto: la terapia può aiutarti a gestire l’ansia di vivere in un mondo incerto.

Il bisogno non è sapere tutto. È sentire di poterti fermare.

Non hai bisogno di essere costantemente aggiornato.
Hai bisogno di sentirti abbastanza stabile da tollerare ciò che non sai.
Hai bisogno di sicurezza, non di notifiche.
Hai bisogno di cura, non di titoli in maiuscolo.

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Perché sapere tutto non ti salverà.
Ma sentirti al sicuro sì.

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Riferimenti bibliografici

  1. Sehl, K. (2020). Doomscrolling: Why we do it, and how to stop. Hootsuite Blog.

  2. Starcevic, V., Schimmenti, A., Billieux, J., & Berle, D. (2021). Cyberchondria in the time of the COVID-19 pandemic. Human Behavior and Emerging Technologies, 3(2), 53–62. https://doi.org/10.1002/hbe2.233

  3. American Psychological Association. (2022). Stress in America 2022: Concern About News Consumption. https://www.apa.org/news/press/releases/stress/2022/concern-news-consumption