Perché mi sento sempre “troppo” o “non abbastanza”? Un viaggio dentro la nostra autostima
Quante volte ti sei chiesto: "Perché mi sento sempre troppo emotivo, troppo sensibile, troppo poco competente o semplicemente non abbastanza per questa vita?" Se la risposta è spesso, sappi che non sei solo. Questo tipo di pensieri possono influenzare in modo significativo la nostra autostima e influire sul nostro benessere psicologico complessivo.
Il fattore umano: le origini dell'autocritica
L'autocritica e il sentimento di non essere mai all'altezza possono avere radici profonde, spesso legate alla nostra infanzia e alle esperienze vissute durante quel periodo. Genitori ipercritici o troppo esigenti, oltre che esperienze traumatiche, possono instillare in noi la paura di non essere mai abbastanza. Diversi studi hanno dimostrato che una scarsa autostima può derivare da queste situazioni, portando a un costante ciclo di auto-sabotaggio.
L'impatto del confronto sociale e dei media
Nella società odierna, ci confrontiamo costantemente con gli altri, spesso attraverso i social media. Gli standard irraggiungibili promossi dai social non fanno altro che accentuare i nostri sentimenti di inadeguatezza. Le immagini di vite perfette e di successo possono essere fuorvianti e compromettere ulteriormente la nostra visione di noi stessi. Uno studio del 2014 pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology ha trovato una correlazione significativa tra utilizzo di social media e livelli di autostima negativi.
I meccanismi psicologici alla base del sentirsi “troppo” o “non abbastanza”
Dal punto di vista psicologico, sentirsi “troppo” o “non abbastanza” è legato a vari meccanismi mentali, come la distorsione cognitiva nota come “tutto o niente”, il perfezionismo e l'auto-boicottaggio. Questi pensieri distorti possono essere difficili da gestire e spesso alimentano un ciclo continuo di autovalutazione negativa.
Strategie pratiche per migliorare l'autostima e il benessere
1. Praticare l'auto-compassione
L'auto-compassione ci insegna a trattarci con la stessa gentilezza e comprensione che vorremmo per un amico in difficoltà. Secondo Kristin Neff, esperta di auto-compassione, accettare i nostri fallimenti come parte dell'esperienza umana ci aiuta a sviluppare una relazione più sana con noi stessi.
2. Imparare a gestire il dialogo interiore
Il dialogo interiore positivo può fare una grande differenza. Prova a riconoscere quando stai entrando in schemi di pensiero auto-sabotanti e cerca di riformulare quei pensieri in modo più positivo e realistico.
3. Impostare obiettivi realistici
Fissare obiettivi realistici e raggiungibili è essenziale per evitare di sentirsi sopraffatti. Inizia con piccoli passi e dai credito ai tuoi successi, per quanto piccoli possano sembrare.
4. L’importanza del supporto sociale
Circondarsi di persone che ci supportano e ci accettano per quello che siamo è fondamentale. Le relazioni positive sono una delle risorse più importanti per combattere i pensieri negativi e sviluppare una sana autostima.
Quando rivolgersi a un professionista
Se i sentimenti di inadeguatezza e autocritica diventano troppo intensi o persistenti, potrebbe essere il momento di considerare l'aiuto di un professionista. La psicoterapia può essere estremamente utile per esplorare e gestire questi sentimenti in profondità. Ti invitiamo a iniziare il questionario di FREUD per trovare lo psicologo più adatto alle tue esigenze.
Riferimenti bibliografici
- Neff, K. (2011). Self-Compassion: The Proven Power of Being Kind to Yourself. William Morrow.
- Vogel, E. A., Rose, J. P., Roberts, L. R., & Eckles, K. (2014). Social Comparison, Social Media, and Self-Esteem. Psychology of Popular Media Culture, 3(4), 206–222.
Attenzione, questo contenuto non è stato controllato dal comitato scientifico di Freud. Questo testo è stato prodotto a solo scopo divulgativo e non costituisce un parere medico. Se pensi di aver necessità di supporto psicologico, consulta uno psicologo psicoterapeuta di Freud.
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